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PAOLO RICCI: lo Yoga della Risata e una vita col sorriso

Paolo Ricci è un insegnante di educazione fisica che si dedica all’insegnamento dell’attività motoria ai bambini. Nello specifico si occupa di ginnastica artistica senza stress. Non solo questo però. Da qualche anno è anche teacher e ambasciatore nel mondo dello Yoga della Risata, una pratica che ha completamente cambiato il suo modo di vedere la vita e la sua professione. Si ritiene un portatore sano di gioia e risate.

 

Raccontaci chi sei e di che cosa ti occupi

Sono un insegnante di educazione fisica. Dopo un’esperienza di supplenza in una scuola ho scelto di dedicarmi all’insegnamento delle attività motorie ai bambini in ambito privato. Lo faccio da quasi 35 anni. La pratica che spicca di più è quella della ginnastica artistica, disciplina che ho praticato dai 5 ai 16 anni. Piano piano mi sono interessato a quei bambini che sono meno portati per la ginnastica e per questo ho iniziato un percorso da dedicare all’attività amatoriale. Ho deciso di ripartire fondando una società sportiva di cui sono tutt’ora presidente, ed era una cosa che avevo sempre desiderato fare.

Ho iniziato a sperimentare la ginnastica artistica senza stress, dove per stress intendo quello dovuto alla competizione. Ho scoperto che i bambini possono fare attività sportiva senza necessariamente competere contro qualcuno, ma solo con se stessi ed i propri limiti. Ho tolto dallo sport tutto quello che era competizione. Ho sostituito quello che solitamente viene chiamato “saggio” con due momenti durante l’anno in cui i bambini coinvolgono in un caso i loro genitori e nell’altro il loro amico del cuore e se ne prendono cura, facendo ginnastica insieme. Con queste attività i bambini è come se avessero vinto una medaglia alle olimpiadi.

Dopo questo percorso, 4 anni fa, un’allieva in palestra mi ha parlato dello Yoga della Risata. Mi sono subito incuriosito, tanto da iscrivermi al corso della durata di un week end per diventare leader, e poi al successivo corso di formazione di 5 giorni per diventare teacher.

 

Che cos’è lo Yoga della Risata?

È una pratica che il dottor indiano Madan Kataria insieme a sua moglie, un’insegnante di Yoga, nel 1995 ha strutturato, spinto dalla curiosità di voler sperimentare i benefici della risata sul corpo. Praticando con un gruppo inizialmente piccolo di persone che via via si è ampliato, ha compreso che sia ridendo per sollecitazione, sia ridendo senza motivo, per il nostro corpo non c’era differenza e si producono gli stessi benefici, come ad esempio la riduzione dello stress. Il dottore ha iniziato a proporre alle persone di portare il corpo a ridere, perché portando il corpo a ridere anche la mente lo segue. Lo Yoga della Risata si è poi diffuso in tutto il mondo.

Oltre al ridere, si utilizza molto il giocare, il ballare ed il cantare, perché in tutti questi casi il nostro corpo ha una reazione positiva. Il nostro umore cambia.

Con lo yoga si cerca di unire corpo, mente e spirito. Riuscire a mettere in equilibrio queste tre cose è fondamentale. Nello yoga della risata si cerca di dare importanza all’aspetto corporale con la stimolazione della risata e cambiando dentro riusciamo ad avere anche la forza di poter cambiare tutto ciò che riguarda il mondo esterno. Non bisogna voler cambiare gli altri, ma portare il cambiamento in se stessi.

Il messaggio dello yoga della risata è che noi possiamo, allenando la risata, cambiare lo sguardo sulle cose.

Che cosa è cambiato da quando hai scoperto lo Yoga della risata?

Quando sono diventato teacher ho iniziato subito a portare lo spirito dello yoga della risata nella disciplina che insegnavo ai bambini, l’ho fatto entrare nel mio ambito professionale, ma soprattutto nella mia vita privata perché ho iniziato a praticarla.

Lo yoga della risata si è allineato con il mio percorso di insegnamento non competitivo, perché quando propongo i giochi sono sempre cooperativi e non competitivi. Non c’è nessuno che perde. La sconfitta viene concepita in un modo diverso. L’altro deve imparare a fare qualcosa in più per imparare a vincere.

Dopo i corsi ho iniziato a tenere degli incontri di Yoga della Risata nel mio club, coinvolgendo sempre più persone. Anche in questo periododifficile, per restare accanto a tutti, ho iniziato a svolgere delle sessioni online.

 

Ci sono state delle difficoltà nel tuo percorso?

Sì e ci sono anche oggi, perché quando propongo le mie attività alle persone percepisco le loro resistenze, e ricordo anche quelle che ho avuto io all’inizio. Scatta in me una forma di comprensione. A me piacerebbe che questa disciplina potesse essere praticata da tutti, però mi devo misurare con il rispetto degli altri, cosa che ho imparato a fare nel tempo. Io posso solo dire la mia, poi se gli altri vorranno potranno decidere di iniziare un loro percorso.

Una grande difficoltà, che poi è diventata un’opportunità, è stata nella gestione di alcune emozioni quali ad esempio la rabbia. Io prima mi arrabbiavo facilmente, poi quando ho capito che cosa succede al mio corpo quando mi arrabbio, ho modificato il mio atteggiamento.

 

Che cos’è che non l’ha fatta mai mollare nel suo percorso?

C’è un evento significativo che voglio raccontare. A gennaio 2016 mi sono iscritto al corso per diventare teacher. Nei giorni precedenti avevo parlato con le mie sorelle in merito a questo e mi hanno chiesto come avrei fatto a dire di ridere a una persona che ad esempio si confronta con un lutto. Io in quel momento ho risposto che non lo sapevo ancora.

Nell’aprile 2016 sono stato poi messo di fronte ad una dura realtà, perdendo mio padre. Il giorno del funerale le persone che frequentavano il club della risata mi hanno detto di stare tranquillo e di sospendere l’incontro che avremmo dovuto avere pochi giorni dopo. Io ci ho riflettuto ed ho detto che avrei preferito che ci incontrassimo e proseguissimo le nostre attività. Nonostante il grande dolore quel giorno ho tenuto la sessione di Yoga della risata ed ho capito che in quella giornata sono stati loro a dare qualcosa a me. Io in quell’occasione ho scelto di ridere.

Questo percorso mi ha aiutato ad affrontare e a trasformare la mancanza. Sono riuscito grazie a questo strumento ad accettare.

Prima della conoscenza dello yoga della risata quando c’era una discussione rispondevo sempre “io sono fatto così”. Ora la frase la rimodulo e dico “io ero fatto così, ma da questo momento in poi posso scegliere di cambiare”. Il dono più grande è quindi l’idea di poter cambiare me stesso, prima invece volevo cambiare gli altri.

Un consiglio che vorresti dare a qualcuno che scopre una passione e desidera continuare a coltivarla ma è un po’ frenato?

Quando si scopre una passione non bisogna pensarci troppo. Bisogna buttarsi nel pratico. Io procrastinavo sempre, perché ogni volta volevo imparare di più…e magari sono passati anni e ci sono cose che non ho più realizzato. Quando abbiamo un’idea mettiamo da parte il pensiero di non essere capaci, di poter sbagliare, e mettiamola in pratica. Facciamo. Se ciò che facciamo non funziona allora avremo qualcosa su cui lavorare, da modificare, da migliorare. Ma l’importante è fare.

 

*Sara Fiori

Italiani bella gente

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