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FRANCESCO CAPPIA “Io insieme ai fiori ci sono riuscito”

Francesco Cappia 66 anni sposato con tre figli. Gestore dello storico Chiosco di Fiori in Via Appia a Roma difronte a Villa Lazzaroni.

Francesco come nasce l’idea di gestire un chiosco di fiori?

A 40 anni mi trovai, senza averne nessuna responsabilità, disoccupato dalla mattina alla sera. Non ero più giovane ma neanche vecchio. “Primum Vivere” questo fu il vero e unico problema che mi trovai a dover affrontare subito. La mia compagna già gestiva questo chiosco, e mi appoggiai a lei, ben sapendo che da qui bisognava trarre l’unico sostentamento per la nostra famiglia.

Non si diventa fioraio all’improviso e a quaranta anni?

Certo, il mondo dei fiori non mi è stato mai indifferente. I fiori, i loro colori, il loro profumo, il loro mondo mi ha sempre affascinato, come pure l’influenza che essi hanno sulla nostra vita di tutti i giorni. Una cosa è certa: i fiori trasmettono amore quindi devono essere amati.

         Gestire un chiosco è comunque una impresa con tutti i suoi pro e i suoi contro…

Mandare avanti un chiosco di questo tipo non è solo “amore e fiori” ormai deve essere considerata una attività imprenditoriale a tutti gli effetti, con tutte le sue regole.  Essa richiede non poche capacità e molto impegno. Oltre alla conoscenza dei fiori e delle piante in generale, bisogna saper gestire il rapporto con i fornitori, con la burocrazia amministrativa ma, soprattutto con il variegato mondo dei clienti.

         Ecco parliamo della personalità di chi acquista fiori ?

Dopo tanti anni mi sono fatto una mia idea sulla personalità di chi si ferma davanti al chiosco e acquista fiori. Sono tanti, molti di più di quanto si possa pensare, di tutte le età e di ogni ceto sociale, sia italiani che stranieri. Sommariamente divido questi in tre categorie che comunque hanno in comune la convinzione che i fiorni aiutano a rendere la vita più sopportabile. I clienti anziani acquistano i fiori, di ogni tipo, quasi sempre per portarli al cimitero dove riposono i loro cari oppure posarli a casa davanti alla foto ritratto del defunto. Questi sono i clienti più affezionati inoltre per molti l’acquisto pesa pure sul bilancio familiare. I romantici che volendo esprimere i propri sentimenti verso il proprio amore, un genitore o comunque una persona cara a volte, anche semplicemente per recuperare un rapporto incrinato, scelgono di farlo attraverso i fiori. Un romanticismo che non muore mai. Gli appassionati generici, coloro che acquistano i fiori semplicemente per adornare le proprie case o postazioni di lavoro.  Questi sono convinti che i fiori armonizzano l’ambiente dove si passa molto tempo della propria vita e, sono convinto, abbiano ragione.

         Un lavoro come una sorta di eden? Scene da mondo tipo “ Mulino Bianco”?

La verità è che questo lavoro, per rimanere in tema, non è tutto “Rose e Fiori”. Gli inconvenienti sono molti e i sacrifici anche. Occorre tanta professionalità, tanto impegno e tanta determinazione ma, anche tanta umiltà. La passione e l’amore per i fiori e le piante deve essere tanta ed aiuta ma, da sola non è sufficiente.

         Consiglieresti ad un giovane questo lavoro?

Certamente si, ma, bisogna sapere e mai dimenticare, che come tutti i lavori da imprenditore, piccolo o grande che siano, spesso sono in salita. Un consiglio mi sento di darlo: difronte agli imprevisti e tragedie, come successe a me a 40anni, non bisogna mai arrendersi. In ognuno di noi c’è la possibilità e l’opportunutà di segnare il proprio futuro. Io insieme ai fiori ci sono riuscito.

 

Italiani bella gente

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